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LA STORIA DELLE MACCHINE FOTOGRAFICHE REFLEX
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REFLEX: LA STORIA |
La storia delle reflex ha inizio con la camera oscura che usa uno specchio posto a 45° (reflex) che riflette l'immagine su una lastra capovolgendola. Nella sostanza il principio usato delle moderne reflex è ascrivibile a questo modello primordiale di fotocamera. Già nel 1860 Thomas Sutton aveva prodotto una gigantesca camera reflex con specchio mobile che faceva vedere cosa inquadrava l'obbiettivo; ma come ampiamente noto il vantaggio di una reflex sta nella possibilità di essere usata più comodamente nella fotografia d'azione o movimento, e questa fotocamera era decisamente troppo grande e pesante per essere usata in azione. Nel 1914 la ICA tedesca introdusse la sua prima reflex con un obiettivo da 180 mm con apertura massima f 6.3 prodotto dalla Carl Zeiss Jena. Altri modelli simili furono prodotte in quegli anni da varie aziende. Solamente nel 1932 la Ihagee tedesca progettò una fotocamera reflex compatta: il modello Exakta-A, messa in commercio nel 1936. Questa non utilizzava il pentaprisma ma un pozzetto di visione ed usava inizialmente una pellicola formato 127.
Nei fatti questa è stata la macchina che ha aperto la strada delle moderne reflex. In realtà questo primato è conteso con una macchina sovietica, la Sport (Cnopm), prodotta negli anni trenta dalla "Gosudarstvennyi Optiko-Mekhanicheskii Zavod" (GOMZ) di Leningrado (Russia). Infatti il suo prototipo, chiamato Gelveta, fu realizzato da A. O. Gelgar fra il 1934 e il 1935. L'origine del progetto risalirebbe addirittura al modello Mine, realizzato nel 1929 da A. A. Mine.
Nel 1939 fu prodotta dalla tedesca Veb Pentacon, la Pentacon con prisma intercambiabile.
Il pentaprisma, anche se era già stato brevettato già nell'800, fu introdotto per la prima volta dalla, per l'epoca rivoluzionaria, Rectaflex italiana e subito dopo dalla Contax S (Spiegel) tedesca nel 1949.
La russa Zenit iniziò la produzione di una lunga e fortunata serie di reflex nel 1952 iniziando con la trasformazione di una Zorki a telemetro in una reflex semplicemente rimuovendo la parte superiore e sostituendola con un pentaprisma e con un vetro smerigliato; venne aggiunto uno specchio regolato da un sistema di pulegge, e venne l'attacco a vite per fare spazio allo specchio.
Nel 1954 la Asahiflex introdusse la prima reflex a pozzetto con il ritorno automatico dello specchio. Nel 1957 introdusse il pentaprisma, chiamando questo modello AsahiPentax AP; essa fu l'antesignana delle moderne reflex giapponesi. Il pentaprisma nella macchine giapponesi, in realtà, era stato introdotto l'anno prima dalla Miranda con il modello T.
Successivamente nel 1959 la Nikon giapponese introdusse il modello Nikon F, con questa reflex per la prima volta veniva offerta un sistema completo: pentaprisma e/o pozzetto visore intercambiabile, successivamente venne messo in commercio anche il Photomic che aveva l'esposimetro incorporato nel pentaprisma. Il tutto insieme a tutta una serie di obbiettivi intercambiabili di qualità e accessori vari che rendevano il sistema molto attrattivo per i professionisti. Vi era nel sistema anche un motore meccanico che permetteva una raffica fotografica fino a 4 foto al secondo.
Fu la Topcon RE super nel 1960 ad introdurre la prima lettura esposimetrica sul piano della pellicola attraverso una misurazione TTL Sempre nel 1960 la Pentax presentò la prima reflex a pentaprisma con esposimetro al CdS (solfuro di cadmio) incorporato con lettura TTL, modello che fu però messo in produzione nel 1964.
La Leica introdusse nel 1965 la prima reflex a pentaprisma con esposimetro esterno e velocità di otturazione di 1/2000 s. Nel 1967 fu presentata la prima reflex automatica a priorità di tempi, la Konica Autoreflex T, dove veniva scelto il tempo e la macchina impostava automaticamente il diaframma.
Nel 1971 sempre l'Asahi Pentax presenta una moderna macchina con otturatore elettronico e priorità di diaframmi la Pentax ES (Electro Spotmatic). Sempre nel 1971 Canon e Nikon introdussero i loro nuovi sistemi fotografici basati su una reflex: la Canon F1 con motore per sequenze velocissime e la Nikon F2
fonte wikipedia
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