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Consigli per fotografare: Filtri in tessuto









filtri sono sempre stati tra gli effetti speciali più amati e l'industria fotografica li ha proposti e ili propone tutt'ora malgrado ci siano tante evoluzioni digitali che guadagnano terreno: le correzioni cromatiche o altri effetti creativi possono essere gestiti direttamente da Photoshop, spesso con maggiore efficienza e possibilità di controllo.

Al tempo stesso, ci sono moltissimi effetti che si possono creare usando altre forme di filtri: analogici, non convenzionali, non pensati e costruiti per fungere da filtri in ambito fotografico. Insomma, tutto quello che fa filtrare con maggiore o minore intensità, luce e soggetto, può essere definito un filtro e il limite è solo la fantasia del fotografo.

I filtri sono quasi sempre  di tessuto: pezzetti di tela, foulard magari dimenticati in un armadio, fazzoletti, pezzi di vestiti ecc... La tecnica di ripresa è semplicissima se si usa una reflex, che ci consente di vedere esattamente quello che stiamo scattando. L'ideale è collocare la fotocamera su un treppiede e lavorare posizionando il filtro in tessuto come vogliamo, Spesso proprio guardando in macchina è possibile vedere come cambia l'effetto, e possiamo non solo usare una rotazione del tessuto, ma anche provare a distanziarlo dalla lente frontale dell'obiettivo, modificando il fuoco: fat delle prove, privileggiando di volta in volta il soggetto e il tessuto.

I filtri, lo dice la parola stessa, filtrano luce, quindi bisogna prestare attenzione a questo aspetto. Se si usa l'esposimetro della fotocamera la compensazione sarà fatta in automatico, ma non fidatevi: a volte i coloro del tessuto falsando la misurazione. Basterà fare qualche prova per verificare la qualità. se usate invece un esposimetro a mano, dovete valutare e provare la percentuale di assorbimento della luce del nostro effetto (potrebbe essere anche di 2 o più stop).



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